Monterosso al Mare è un’antica città situata sulla costa ligure ed è uno dei 5 paesi che compongono le bellissime Cinque Terre. Tra i 5 borghi, Monterosso è il più turistico perché propone un maggior numero di servizi, alberghi, ristoranti e attività commerciali… scopriamo nel dettaglio cosa vedere e fare a Monterosso.

Cosa vedere a Monterosso al mare?

I ruderi di un castello medievale sul colle di San Cristoforo dividono in due il paese. Da un lato si trova il moderno quartiere balneare di Fegina, dove si trova la stazione ferroviaria e la spiaggia che si estende lungo tutta la baia. Dall’altra, dopo aver attraversato una galleria di una decina di metri, ci si ritrova nel centro storico con il fascino tipico delle Cinque Terre con le sue strade aggrovigliate e la piazza del paese circondata da case colorate.

 

La statua “Il Gigante”

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Statua “il Gigante”, Monterosso

 

Realizzata nel 1910 dall’architetto Levacher e dallo scultore Minerbi, la statua “Il Gigante” è il simbolo di Monterosso al mare. Situata nella parte moderna del paese, è un’imponente statua che rappresenta il dio del mare, Nettuno.

 

La casa di Eugenio Montale

Anche se non è possibile visitarla (casa privata), la villa di Eugenio Montale (premio Nobel per la letteratura nel 1975) è molto bella da osservare dall’esterno. Si trova proprio sopra lo sperone roccioso da cui sporge la statua di Nettuno.

 

Le spiagge

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Spiaggia di Fegina

 

Due sono le spiagge principali di Monterosso al Mare: Fegina, facile da raggiungere perché situata all’uscita della stazione, perfetta per le famiglie con bambini. Questa grande spiaggia di sabbia è l’unica delle Cinque Terre dove si può nuotare in tutta tranquillità e stabilirsi in spiaggia. La seconda, invece, si trova a circa 5 minuti a piedi dalla stazione e circa 600 metri dal centro, nascosta dietro una parete rocciosa.

 

La Chiesa di San Giovanni Battista

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chiesa di San Giovanni Battista

 

Costruita nel 1300, questa chiesa parrocchiale gotica è particolarmente bella con la sua facciata in marmo bicromo bianco e nero. Fa parte della storia di Monterosso e merita una visita. Nel 2011, il villaggio è stato colpito da violenti piogge e inondazioni, che hanno causato la morte di diversi abitanti del posto. Molti edifici hanno subito gravi danni, tra cui la chiesa di San Giovanni Battista. La struttura è quindi regolarmente in fase di ricostruzione per riportarla alla sua bellezza di un tempo.

 

La Torre Aurora

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Torre Aurora, Monterosso al Mare

 

La Torre Aurora fu costruita nel XVI secolo per prevenire gli attacchi dei pirati turchi. Il colle su cui sorge la torre divide Monterosso in due parti: la parte antica e quella moderna. La vista da qui è bellissima.

 

Il santuario della Madonna di Soviore

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santuario della Madonna di Soviore

 

Partendo da Monterosso, il sentiero 509 (2,7 km in salita) conduce al santuario della Madonna di Soviore. Risalente all’XI secolo, è una delle chiese più antiche del paese. Due sono le festività da segnalare: il 7 luglio c’è la Festa del Ritrovamento, con la celebrazione della Messa, mentre il 15 agosto c’è la festa del santuario, con una Messa celebrata dal Vescovo.

 

Come arrivare a Monterosso al mare

 

Potete raggiungere Monterosso al Mare in diversi modi:

 

  • in auto: prendete l’autostrada A12 e poi, venendo da Genova, uscite al casello di La Spezia – S. Stefano Magra. Dopo aver attraversato La Spezia, proseguite per 15 minuti sulla SP370 (detta anche Litoranea delle Cinque Terre). Si prende poi il bivio che scende al paese desiderato (nell’ordine: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e poi Monterosso al Mare).Dall’autostrada A12 è possibile anche uscire al casello di Levanto – Carrodano. Questo itinerario alternativo vi porterà prima a Monterosso, per poi proseguire verso gli altri paesi (nell’ordine inverso come sopra indicato) attraverso la strada SP370. Tuttavia, non sarà possibile raggiungere direttamente i villaggi in auto. Questi sono vietati al traffico automobilistico (o strettamente regolamentati)!

 

  • in treno: situati sulla linea tra Genova e Roma, i paesi delle Cinque Terre hanno le loro stazioni ferroviarie. Da Genova o da Pisa, le linee ferroviarie vi portano direttamente nel cuore dei paesi. Da queste due città a Monterosso ci vuole poco più di un’ora di viaggio. Lì, i treni regionali tra Levanto e La Spezia circolano tutti i giorni, ogni 10 o 30 minuti, dalle 5 del mattino a mezzanotte. La Cinque Terre Card vi permetterà di viaggiare senza limiti sulla linea Levanto – La Spezia, che serve tutti i paesi delle Cinque Terre.

 

  • in traghetto: durante la stagione turistica (da aprile a ottobre), ci sono anche traghetti che servono i paesi delle Cinque Terre (ad eccezione di Corniglia, che non ha accesso diretto al mare) e gli altri paesi circostanti (Levanto, Portovenere e La Spezia).

 

Monterosso al mare: hotel e b&b

Se cercate un alloggio alle Cinque Terre, Monterosso al Mare è uno dei borghi migliori per farlo, essendo il più grande (dei 5 borghi). Offre maggiori servizi e più possibilità di alloggio, tra cui grandi alberghi a 3 e 4 stelle (cosa difficile da trovare negli altri 4 borghi). A Monterosso, troverete i migliori prezzi in bassa/media stagione. Monterosso è anche la zona migliore se volete godervi le spiagge delle Cinque Terre: in questo paese troverete ampie spiagge di sabbia fine e gialla. A differenza degli altri 4 villaggi che offrono spiagge strette e non sabbiose.

Per maggiori informazioni sui prezzi di hotel e b&b a Monterosso, potete consultare la nostra categoria offerte.

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Costi, pro e contro dei bagni in resina

Negli ultimi tempi hai sicuramente sentito parlare dei bagni in resina e vuoi saperne di più su questo materiale e sugli effetti che assicura? Stando al successo che sta avendo questo materiale è evidente che la resina in bagno è un’ottima scelta, perfettamente igienica e assolutamente moderna e innovativa.

Il materiale ha numerosi vantaggi, costi interessanti e si presenta estremamente funzionale e versatile, tale da essere privilegiato per le ristrutturazioni sia per la sua resistenza che per gli effetti estetici che consente di ottenere.

In passato utilizzata solamente in ambito industriale, ad oggi è ampiamente usata nell’edilizia privata, complice l’avvento di resine moderne che permettono di realizzare degli effetti anche scenografici nella stanza da bagno. Il fatto di poterla posare direttamente sopra le piastrelle rendere la resina un materiale molto apprezzato, ma ovviamente non mancano alcuni difetti. Scopriamo i pro, i contro e i costi dei bagni in resina.

Costi e prezzi dei bagni in resina

In genere il costo di un bagno in resina varia dai 50€ ai 150€ al mq, escluso sanitari e accessori. I prezzi sono ampiamente variabili e questo perché esistono diverse tipologie di resina, che vanno da quelle più economiche a quelle più costose, e dal costo della posa della resina, che varia a seconda se si tratta di pareti o pavimento.

La differenza dei costi fra le varie tipologie di resina può anche essere notevole, come lo è per esempio fra quella colorata e quella spatolata ad effetto legno, che è di almeno 30€ al mq. I costi possono essere anche molto elevati se si passa alle resine autolivellanti, che richiedono la stesura di più strati, e a quelle decorate, fino a quelle scenografiche con effetto 3d.

Un altro aspetto che influisce nel costo del rifacimento di un bagno in resina sono le sue condizioni al momento di eseguire l’intervento. Nel caso sia in buono stato si può stendere la resina sopra pareti e pavimento ed eseguire l’operazione senza bisogno di demolire le piastrelle presenti. Nel costo al mq bisogna anche tenere in considerazione l’altezza della parete.

Per sapere con maggiore precisione qual è il costo finale del bagno in resina chiedi più preventivi ad aziende esperte nel settore e che si trovano nel tuo territorio.

Quanto costa al mq coprire le piastrelle con resina

Utilizzata spesso per rivestire pareti e pavimenti senza demolire le piastrelle, la resina consente di svolgere le operazioni di posa in modo rapido e senza ricorrere alle opere di duratura. Le piastrelle possono essere mantenute al loro posto e non c’è alcun bisogno di preparare il fondo per posare il materiale.

Il risparmio nelle operazioni è notevole e in poco tempo si ottengono pavimenti e pareti rinnovate e perfettamente lisce, realizzate secondo i propri desideri vista la versatilità di questo eccezionale materiale.

Il costo medio per coprire le piastrelle di un bagno con la resina si aggira dai 50€ ai 100€ al mq. I prezzi oscillano in base alle condizioni della parete o del pavimento dove deve posata la resina e alla tecnica di posa scelta. Per farsi un’idea più precisa basta sapere che solo il costo del materiale è di circa 40€ al mq.

Per conoscere il prezzo reale di quanto costa coprire le piastrelle con resina chiedi più preventivi a diverse aziende e confrontali.

Prezzi delle pareti del bagno in resina

La resina è largamente utilizzata per realizzare le pareti e anche per il bagno rappresenta il rivestimento ideale viste le sue caratteristiche impermeabili e idrorepellenti. Inoltre, come già detto, è indicata per rinnovare e risolvere problemi di umidità senza bisogno di demolire le piastrelle.

Solitamente per le pareti viene utilizzato solo un tipo di resina, che però viene passata per tre volte, per aumentare l’efficacia delle sue caratteristiche e garantire resistenza e durata. Il costo delle pareti del bagno è inferiore a quello del pavimento in resina e solo il prezzo del materiale si attesta attorno alle 40€ al mq.

Prezzi dei pavimenti del bagno in resina

La caratteristica principale del pavimento in resina è quello di poter avere un risultato eccellente anche nel caso non si vuole eliminare il pavimento precedente. Infatti, grazie al suo spesso molto ridotto, che può essere di 2 o di 3 mm, è possibile posare la resina sopra un pavimento preesistente e risparmiare sui costi di demolizione che sono notevoli. Inoltre, questa caratteristica permette di evitare problemi con le aperture delle porte perché il pavimento rimane praticamente inalterato nello spessore. La realizzazione di un pavimento richiede però vari strati di resina, in genere tre, necessari per assicurarne resistenza e durata, oltre che eccellente risultato finale. Il procedimento è il seguente:

  • Strato di fondo con resina che fa da fissativo
  • Secondo strato di resina del colore scelto per il pavimento
  • Terzo strato di resina trasparente protettivo e con trattamento antiscivolo

Il costo dei pavimenti del bagno in resina parte da un minimo di 50€ al mq, prezzo che include la resina autolivellante e i materiali necessari per la realizzazione del rivestimento, a cui va aggiunto il costo della posa, che generalmente si attesta attorno alle 40 euro. Nel complesso, quindi, è possibile affermare che il costo al metro quadro per un lavoro completo si aggira attorno alle 80€.

Per sapere con precisione qual è il costo per realizzare un bagno in resina è sempre consigliabile chiedere un preventivo a più aziende specializzate nel settore per poterli confrontare e scegliere quello migliore.

Opinioni sui pro e contro dei bagni in resina

La resina negli ultimi anni ha trovato largo impiego nell’edilizia privata, è considerato un rivestimento moderno e contemporaneo. La sua capacità di rendere lisce le superfici e continue, senza le classiche fughe, la rende adatta anche per rivestire ambienti umidi come il bagno e la cucina. Indicata anche per il rivestimento doccia, sia per la sua funzionalità che il forte impatto visivo, è innegabile che questo materiale ha tanti pro, tuttavia vi sono anche dei contro che bisogna tenere in considerazione. Le opinioni sui pro dei bagni in resina sono le seguenti:

  • Permette di realizzare bagni resistenti all’acqua e all’umidità grazie alle capacità della resina di essere idrorepellente, impermeabile e resistente alle muffe. Non subisce danni in presenza di vapore, condensa e umidità e la sua resistenza all’acqua la rende perfetta per rivestire l’’interno di vasche da bagno interrate e cabine doccia filo pavimento senza piatto.
  • Ha un’ottima resistenza agli urtie alle sostanze chimiche che possono cadere anche accidentalmente sul pavimento.
  • E’ facile da pulire, garantisce la massima igiene e la sua superficie liscia e regolare, oltre che l’assenza delle fughe, permettono di lavare il pavimento in pochi minuti, evitando proliferazioni di germi e batteri.
  • E’ facile e rapida da posare, si può infatti stendere direttamente sul pavimento esistente senza bisogno di demolirlo. In questo modo lo strato di resina copre il vecchio pavimento con il suo strato liscio e uniforme. Anche se stesa in strato sottile o ridotto, come ad esempio di 3 mm, garantisce alta resistenza e lunga durata. La semplicità della sovrapposizione permette di rinnovare il look del tuo bagno completamente e senza togliere gli infissi.
  • E’ disponibile in svariati colori e sfumature che consentono di creare rivestimenti molto particolari e di sicuro effetto. Si può scegliere fra effetto spatolato, opaco, lucido, satinato e si possono realizzare effetti scenografici con la resina in 3d.
  • E’ la soluzione perfetta anche in presenza di riscaldamento a pavimento, infatti la resina non crea alcun problema.

Ecco invece le opinioni sui contro dei bagni in resina:

  • La resina nel tempo è soggetta a piccole rotture. A generarle è l’usura e in alcuni punti il materiale potrebbe presentare delle crepe. Questo accade perché, anche se è molto resistente, non lo è comunque come il grès porcellanato o la pietra. Eventuali cadute accidentali di oggetti possono causare graffi e abrasioni e rovinare l’effetto liscio della resina.
  • Il pavimento deve essere trattato con materiale antiscivolo per poter stare in bagno senza il rischio di cadere. Una volta posata la resina diventa molto liscia e il fatto che non assorbe acqua la rende pericolosa se per qualsiasi motivo il pavimento dovesse bagnarsi.
  • E’ possibile stendere la resina sulle piastrelle presenti solo se queste sono lisce e non ci sono imperfezioni. Per questo nella scelta bisogna tendere in considerazione le resine autolivellanti, decisamente più indicate per il pavimento del bagno.
  • In molti casi il costo del bagno in resina può essere molto elevato. Il costo dipende dalla qualità dei materiali scelti per realizzarlo e nonostante la resina di per sé è una soluzione vantaggiosa economicamente, tuttavia vi sono materiali molto costosi che fanno lievitare di molto il costo complessivo.

Chiedi un preventivo per il bagno in resina

Come hai visto, sono tante le considerazioni da fare nel rifacimento di un bagno in resina, ma per non sbagliare la soluzione migliore è chiedere un preventivo gratuito ad un esperto. In questo modo non avrai sorprese né sui costi né sul risultato finale e avrai la certezza di realizzare il bagno desiderato.

 

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Quanto costa ristrutturare la cucina? Guida ai prezzi

Devi ristrutturare la tua cucina a Roma e vuoi avere qualche idea su come muoverti per conoscere costi e magari anche risparmiare? Che si tratti di una cucina piccola o grande, i lavori principali da affrontare per ristrutturare una cucina sono sempre gli stessi. Ovviamente le cucine possono avere forme diverse, e oltre ad essere spaziose o meno possono anche essere strette, lunghe, possono essere anche in muratura o magari ultra moderne.

La scelta su come organizzarla e a quale stile ispirarsi è davvero molto ampia e ognuno può scegliere di creare questo ambiente a seconda delle più svariate esigenze. Prima di iniziare i lavori però è sempre opportuno effettuare un progetto per capire a quanto ammontano i costi da sostenere, tenendo sempre presente qual è il budget disponibile.

Nella progettazione è fondamentale curare l’organizzazione degli spazi e dove collocare i vari elettrodomestici, perché la postazione dei punti acqua e luce varia a seconda della loro collocazione. Inoltre, bisogna considerare quali sono il numero di pensili e armadietti da installare per contenere tutto ciò che serve in cucina.

E’ anche bene considerare che le ristrutturazioni cucine Roma, a seconda dei lavori che devi affrontare, possono essere anche molto costose. Tuttavia, per incentivare i lavori e far girare l’economia da diversi anni lo stato italiano ha messo a disposizione dei consumatori la possibilità di detrarre parte delle spese dalla dichiarazione dei redditi.

Non si tratta comunque di una cosa facile da fare, bisogna seguire dettagliatamente delle regole e non fare errori, altrimenti non puoi usufruire di questi vantaggi. Scopriamo dunque tutto ciò che c’è da sapere sulla ristrutturazione cucine e cosa fare per risparmiare anche con gli incentivi statali.

Ristrutturazione Cucina a Roma: quando occorrono i permessi

La cucina è il luogo della casa dove si trascorre la maggior parte della giornata, ma oggi è diventata la zona living per eccellenza, visto che le tendenze hanno portato alla creazione di uno spazio in cui oltre a mangiare ci si sofferma anche per chiacchierare e rilassarsi. Le trasformazioni a volte si rendono necessarie proprio per rendere questo luogo ancora più funzionale e anche più bello dal punto di vista estetico.

E’ chiaro che comunque sia una cucina rinnovata contribuisce ad aumentare il valore dell’immobile, un dettaglio certamente non indifferente, ma spesso migliora anche la vita di chi si dedica quotidianamente alla cucina. I costi da affrontare variano in funzione a fattori come:

  • Dimensioni della cucina
  • Qualità dei materiali scelti
  • Interventi su impianti idraulici ed elettrici

In genere per i lavori di ristrutturazione di una cucina non occorrono permessi, soprattutto se si tratta di lavori di poca entità e che non incidono sulla struttura dell’abitazione. Questi lavori sono i cosiddetti lavori di edilizia libera, che non obbligano ad essere in possesso di alcun tipo di autorizzazione.

Invece, se gli interventi di ristrutturazione della cucina rientrano nei lavori di manutenzione straordinaria, e quindi vanno a trasformare o sostituire parti strutturali della casa, è necessario presentare al Comune di Roma la SCIA. Questo documento attesta la segnalazione di inizio attività.

Tramite la SCIA un tecnico abilitato verifica la legittimità dei lavori e presenta l’apposita documentazione che deve poi essere presentata agli uffici pubblici competenti.

Se hai affidato i lavori di ristrutturazione cucina ad un’impresa professionista è la stessa ad occuparsi della SCIA. Invece, per tutti gli altri lavori che non rientrano tra gli interventi di edilizia libera e nemmeno in quelli manutenzione straordinaria per i quali sono richiesti la SCIA occorre presentare la CILA.

Ristrutturazione Cucina Roma: fase dei lavori

Le fasi per una ristrutturazione completa della cucina, che preveda anche interventi sulle tubature, vanno progettate con cura e pianificate attentamente per poter essere eseguite con precisione. I lavori devono procedere come segue:

  • Demolizione cucina esistente, quindi piastrelle, pavimenti, ecc.
  • Rimozione e realizzazione nuovo impianto idrico, elettrico e gas
  • Rifacimento del massetto e posa del pavimento
  • Tinteggiatura delle pareti e soffitto

Tutte queste fasi vanno eseguite prima di installare arredi ed elettrodomestici. I costi variano in base alle dimensioni della tua cucina e alle opere che desideri realizzare, ma la scelta fondamentale a cui prestare molta attenzione è l’impresa a cui ti rivolgi.

Per ottenere un risparmio significativo sulle varie opere da eseguire la soluzione migliore è quella di affidarti ad un’impresa di ristrutturazioni che disponga di personale in grado di svolgere tutti gli interventi.

In questo modo potrai contenere le spese e ottenere sicuramente un risparmio sul totale dei costi da sostenere. Prima di affidare i lavori devi comunque chiedere più preventivi e confrontarli, per scegliere poi quello che ti offre il miglior rapporto qualità prezzo.

Ristrutturazioni Cucine Roma: demolizione cucina

La prima fase dei lavori di ristrutturazione completa della cucina prevede la demolizione della cucina presente, quindi pavimenti, piastrelle e tutto quanto è presente nell’ambiente. Una volta buttato giù tutto bisogna occuparsi dello smaltimento in discarica dei materiali di risulta, operazione che svolge generalmente sempre la stessa impresa a cui avrai affidato i lavori.

Le opere di demolizione riguardano, oltre alla rimozione delle piastrelle, del pavimento e del massetto, anche la rimozione dell’impianto idrico ed elettrico. Inoltre, bisogna anche provvedere al ripristino degli intonaci, indispensabile per poi potervi applicare la tinta e ottenere pareti lisce.

Ristrutturazioni Cucine Roma: impianto idraulico

Dopo aver effettuato la fase di demolizione della cucina si passa alle opere di ricostruzione. I primi interventi da eseguire subito dopo sono quelli riguardanti il rifacimento dell’impianto idraulico, elettrico e gas.

Per rifare l’impianto idraulico di una cucina il costo viene calcolato a punto acqua e non a mq. Per punto acqua si intende un qualsiasi punto dell’impianto idraulico della cucina che serve per erogare acqua calda o fredda. Sono definiti anche punti acqua i collegamenti alla rete, come può esserlo ad esempio lo scarico di un lavandino.

Una cucina piccola in genere presenta almeno 3 punti acqua, il minimo che corrisponde a lavandino e scarico, mentre una cucina grande può avere anche 8 o più punti acqua. Tieni presente che per una cucina media occorrono almeno 5 punti acqua.

Ristrutturazioni Cucine Roma: impianto elettrico

La ristrutturazione completa di una cucina comprende anche il rifacimento dell’impianto elettrico. Per calcolare i costi dell’impianto devi contare i punti luce, quindi interruttori, prese, collegamento elettrico, ecc., che desideri installare nella nuova cucina.

Il costo dell’impianto complessivo sarà la somma del costo singolo di ogni punto luce. In una cucina piccola in media ci sono almeno 7 punti luce, considerando luce del frigorifero, del forno elettrico, della cappa, della lampada al soffitto, interruttore, 1 presa a parete. In una cucina grande ci sono invece almeno 10 punti luce o anche più, a seconda delle esigenze e di ulteriori elettrodomestici che desideri inserire.

Ristrutturazioni Cucine Roma: pavimento

Dopo aver ultimato gli impianti si passa alla fase successiva, ovvero quella della posa delle piastrelle. Prima di tutto bisogna procedere alla realizzazione del massetto per il pavimento, che deve essere creato della giusta altezza relativa al livello degli infissi. Poi si procede con la posa del pavimento e del battiscopa, in cui potrai sbizzarrirti nella scelta.

In commercio trovi piastrelle in gres, indicato per la cucina, resistente alle abrasioni, impermeabile e durevole nel tempo. Altro materiale privilegiato è anche il PVC, molto bello perché può assumere qualsiasi aspetto, dal legno alla pietra, a seconda delle tue preferenze. Resistente agli agenti esterni, è un materiale anche abbastanza economico ma assicura risultati elevati.

Ottimo è anche il pavimento in laminato, largamente utilizzato nelle cucine moderne, mentre per chi desidera un rivestimento pregiato il marmo e la pietra sono senza dubbio i materiali su cui puntare. Nel caso del marmo devi però tenere in considerazione una adeguata manutenzione, in quanto è soggetto a graffi e rotture e quindi occorrono almeno due interventi all’anno da eseguire con una ceratura manuale.

Ristrutturazioni Cucine Roma: tinteggiatura  

Dopo aver finito con i lavori di posa del pavimento è tempo di eseguire i lavori di tinteggiatura. Sarà il professionista a consigliarti la tinta migliore per risolvere problemi di condensa e assicurare lunga vita alle pareti. Ad oggi la presenza di vernici e smalti appositamente studiati per ogni esigenza consente infatti di risolvere qualsiasi problema e di decorare l’ambiente proprio come desideri.

Non ti resta quindi che sbizzarrirti con la scelta dei colori e delle giuste tecniche per dare alla stanza maggiore luminosità e per evitare che torni l’umidità.

Per rendere l’ambiente confortevole e delizioso è essenziale fare attenzione al gioco cromatico dei colori. Per fare la scelta giusta bisogna anche tenere conto del colore dei mobili e degli accessori, e anche delle tendenze.

Ristrutturazioni Cucine Roma: alcune idee

Prima di optare per una ristrutturazione cucina bisogna tenere conto delle proprie esigenze. Il progetto va infatti sviluppato in base a ciò che si desidera nella cucina e allo stile a cui ci si vuole ispirare. Gli stili a cui puoi fare riferimento sono moderno, classico, antico, contemporaneo, ma anche stili più ricercati come vintage e shabby chic, di fortissima tendenza.

Qualunque sia lo stile che sceglierai, è comunque importante che la tua cucina sia funzionale e che l’ambiente sia gradevole e confortevole, e ovviamente l’effetto estetico deve rispondere alle tue preferenze. Per progettare tutto senza errori puoi farti aiutare da un esperto, che saprà consigliarti al meglio per rendere la tua cucina perfetta.

Ricorda che ogni intervento dipende sempre dal budget che hai disponibile. Anche con un budget limitato tuttavia puoi scegliere di fare gli interventi che sono alla tua portata. Ad esempio, se il pavimento non è più di tuo gradimento e desideri dare una rinnovata alla tua cucina puoi anche decidere di far posare le piastrelle nuove sopra quelle vecchie.

In questo modo non dovrai fare alcun intervento di edilizia e con una modica spesa puoi dare una ventata di novità all’ambiente. Ovviamente puoi fare questo se non devi intervenire negli impianti. Per trasformare la cucina scegli un pavimento in grès, oppure piastrelle in laminato con grafiche di nuova generazione. Per dare calore alla stanza in alternativa scegli il finto parquet, di sicuro effetto.

Ogni progetto può essere sviluppato quindi a seconda delle esigenze e dei costi che puoi affrontare, valutando quali sono gli interventi necessari per rendere la tua cucina bellissima.

Ristrutturazioni Cucine Roma: quali sono i costi

Come abbiamo già detto in precedenza, la ristrutturazione di una cucina a Roma ha un costo variabile a seconda di determinati fattori che sono dimensioni, materiali utilizzati, impresa che svolge i lavori e altri elementi che influiscono sui costi finali. Inoltre, bisogna considerare che intervenendo su più fronti i costi finali sono sempre più elevati, come è ad esempio nel caso di una ristrutturazione completa della cucina. Tuttavia, è possibile avere un’idea dei prezzi facendo riferimento a quelli standard, che sono i seguenti:

Costi per la demolizione e realizzazione dei nuovi rivestimenti: 35,00 € – 110,00 € al mq (incluso acquisto dei materiali)

Costo per il rifacimento dell’impianto idrico (per punto acqua): 150,00 € – 230,00 €.

Costo per il rifacimento dell’impianto elettrico (per punto luce) attorno ai 30/40 €.

Costo impianto a gas –per il solo allaccio gas si aggira attorno ai 200€

Costo tinteggiatura soffitto e pareti – inclusa tintura e mani di rasatura preliminare si aggira attorno ai 10/12 euro al metro quadro

Naturalmente i prezzi sono puramente indicativi e ti serviranno solo per avere un punto di riferimento. Per facilitarti comunque anche la scelta dell’impresa a cui affidare i lavori per la ristrutturazione della cucina a Roma puoi scegliere ditte che offrono interventi completi chiavi in mano, che includono tutte le operazione necessarie per mettere a nuovo l’ambiente. I lavori chiavi in mano vanno dalla pavimentazione delle superfici all’allaccio e il collaudo degli impianti.

Se hai un budget stabilito il segreto per rispettarlo è quello di mettere a confronto più preventivi possibili. Solo valutando i vari preventivi puoi ottenere risparmi significativi e scegliere il miglior rapporto qualità prezzo.

Ristrutturazione cucina: detrazioni fiscali e agevolazioni

La ristrutturazione della cucina può rientrare tra le opere previste dalla legge di bilancio per i quali si ha diritto alla detrazione fiscale del 50%. Nel caso specifico, i lavori rientranti nelle agevolazioni sono quelli riguardanti i cosiddetti lavori di manutenzione straordinaria, come ad esempio il massetto e le tubature, gli impianti elettrici, il gas.

Le detrazioni sono concesse anche per l’utilizzo di apparecchiature che permettono di risparmiare e pesare meno sull’ambiente e sono estese anche all’acquisto dei materiali collegati a questi lavori e al pagamento delle prestazioni dei professionisti che le realizzano.

Se, invece, hai intenzione di cambiare i rivestimenti di pavimento e ripiano i costi difficilmente saranno detraibili. Dunque, se i lavori della tua cucina rientrano fra quelli detraibili, potrai richiedere la detrazione fiscale del 50% sfruttando il Bonus Ristrutturazioni, tenendo presente che il limite massimo è di €96.000.

Inoltre, sempre grazie ai contributi statali prorogati a tutto il 2019 puoi usufruire di una detrazione fiscale del 50% sul valore della cucina acquistata in fase di una ristrutturazione. Il tetto massimo è di 10.000 euro. Tra le spese da portare in detrazione è anche possibile includere quelle di trasporto e di montaggio dei beni acquistati.

La spesa deve essere sostenuta entro il 31 dicembre 2019 e per ottenere il bonus è necessario che la data dell’inizio dei lavori di ristrutturazione sia precedente a quella in cui si acquistano i beni. In relazione alla cucina, i mobili che possono essere detratti sono tavoli e sedie, credenze ed eventuali librerie.

Per quanto riguarda gli elettrodomestici, vanno in detrazione quelli cosiddetti “grandi” ma con classe energetica minima di A per i forni e A+ per lavatrici, frigoriferi, congelatori, lavastoviglie, forni a microonde, piastre per la cottura, ventilatori e sistemi di condizionamento. Sono inclusi sia gli elettrodomestici a vista che quelli da incasso.

Ristrutturazione Cucina: come fare il pagamento

Per usufruire della detrazione devi effettuare i pagamenti con bonifici bancari o postali, sui quali devi indicare:

  • La causale del versamento, che banche e Poste SpA utilizzano per i bonifici riguardanti i lavori di ristrutturazione
  • Il codice fiscale del beneficiario della detrazione
  • Il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato.

Con le stesse modalità devi effettuare il pagamento delle spese di trasporto e del montaggio dei beni. Non è possibile eseguire il pagamento in contanti, con assegni bancari o altri sistemi di pagamento.

Per ottenere la detrazione del 50% devi inoltrare la richiesta, che va fatta dopo aver effettuato il pagamento. I documenti che devi possedere sono i seguenti:

  • La fatture di acquisto dei beni, riportanti natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi acquisiti
  • La ricevuta del bonifico
  • La ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito)
  • La documentazione di addebito sul conto corrente
  • Indicare le spese nel 730 o nel Modello Unico

Seguendo con precisione tutto l’iter previsto dalla legge otterrai il rimborso e recupererai buona parte delle spese sostenute per la ristrutturazione della tua cucina. E’ comunque sempre consigliabile affidarsi ad imprese specializzate nella ristrutturazione per non avere sorprese e poter usufruire di tutti i vantaggi previsti nella legge di bilancio.

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Costo Impianto Elettrico: quanto costa Rifare l’Impianto Elettrico

Se il vostro impianto elettrico è obsoleto e avete deciso rimodernarlo è bene sapere qualcosa di più sull’argomento, in maniera tale da avere le idee più chiare sui costi. La ristrutturazione di un impianto elettrico è una delle spese più importanti da sostenere in una casa, ma fondamentale per assicurare il funzionamento corretto di ogni componente che andrete ad utilizzare, e che deve essere a norma.

Sapere cosa contiene un preventivo e poterlo confrontare per scegliere il prezzo più basso aiuta a contenere la spesa, l’importante è che sia eseguito da professionisti del settore. Proprio così, evitate di cimentarvi nel fai da te, primo perché correreste dei rischi e poi perché non avrete l’opportunità di fornire una adeguata certificazione.

Oggi le cose sono cambiate e occorre seguire le leggi per avere un impianto a norma, efficiente e certificato. Scopriamo di seguito quanto costa rifare l’impianto elettrico e avere una maggiore conoscenza sui prezzi praticati per non farsi prendere in giro.

Cosa dice la normativa

La normativa di riferimento in vigore è quella relativa al DM 22/01/2008 n. 37 e alla norma Cei 64-8, che costituiscono una evoluzione fondamentale di quello che è il concetto di un impianto elettrico. Infatti, oltre che essere sicuro, l’impianto deve anche garantire standard minimi di prestazioni riguardanti funzioni, utilizzo e fruizione. Lo standard di qualità è proprio quello stabilito dalla norma che prevede l’installazione di una serie di dispositivi obbligatori che garantiscono la sicurezza dell’impianto. La normativa prevede che l’impianto elettrico deve essere a regola d’arte e che può essere realizzato in 3 livelli:

  • Livello 1 – è quello base, che viene realizzato nella maggior parte delle abitazioni e in grado di garantire le prestazioni minime necessarie
  • Livello 2 – contiene un numero superiore di circuiti e prese
  • Livello 3 – è quello che prevede le funzioni di domotica per controllare la casa da remoto

La suddivisione in livelli non ha relazione alcuna con la classificazione, quindi con la prestazione energetica dell’immobile o classe catastale, ma si riferisce unitamente alle prestazioni dell’impianto in termini di uso e vantaggi offerti. In questo modo l’installatore può offrire al cliente una soluzione creata su misura di cui può certificarne il livello di qualità in relazione a funzioni e prestazioni. Il cliente invece può scegliere quali dotazioni installare, partendo da quelle obbligatorie, valorizzando la propria abitazione.

Nel caso si tratta della nuova realizzazione di un impianto elettrico la cosa principale da fare è la progettazione. Il progetto deve essere redatto da professionisti qualificati che tramite una valutazione della struttura e della planimetria della casa sono in grado di creare un impianto rispondente alle esigenze della famiglia.

Ogni cosa nel progetto deve essere stabilita per migliorare le prestazioni degli oggetti da utilizzare, quindi ogni punto luce deve essere posizionato per assicurare una fruizione ottimale della corrente, degli elettrodomestici e di tutto ciò che deve essere utilizzato con l’energia elettrica. Ecco cosa deve contenere il progetto:

  • Schema elettrico – si tratta di un elaborato grafico che tramite degli appositi simboli illustra componenti elettriche dell’impianto e i percorsi dei collegamenti
  • Computo metrico – si tratta di un documento con il quale l’esperto incaricato fa una stima dei costi dei lavori da eseguire per l’impianto elettrico, specificando voce per voce tipologia e prezzi di materiali, dispositivi e manodopera
  • Dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico – la DICO è un documento che certifica la posa dell’impianto a norma e a regola d’arte. Il documento deve essere consegnato dal professionista al proprietario alla fine dei lavori ed è obbligatorio per legge.

La DICO deve essere corredata da alcuni allegati altrimenti non è valida, quindi è indispensabile informarsi sulle disposizioni previste nelle varie regioni italiane.

Proprio perché il documento di certificazione è obbligatorio è fondamentale affidare i lavori di rifacimento dell’impianto elettrico a professionisti dotati di abilitazione, ovvero iscritti all’albo di competenza che li autorizza a rilasciare il certificato.

Come è composto un impianto elettrico

Se volete ristrutturare l’impianto elettrico è indispensabile sapere quali sono le parti che lo compongono, che per legge devono essere realizzate a regola d’arte, come detto appunto nella normativa CEI 64-8. La realizzazione di impianti elettrici di livello 2 e 3 non è obbligatoria, mentre quello di livello 1, che è quello base, prevede il numero minimo di punti luce ritenuto indispensabile per avere le funzioni essenziali in una casa.

La potenza della fornitura va da un minimo di 3kW fino ad un massimo di 6kW o anche più, e ovviamente la scelta varia a seconda della superficie dell’abitazione e delle prestazioni richieste dal committente all’impianto elettrico.

Per avere un’idea chiara in merito, è importante sottolineare che sono sufficienti 3Kw fino a 75 mq, mentre per abitazioni più grandi ed esigenze maggiori di energia si può arrivare anche a 6kW. L’impianto elettrico prevede un contatore, che appartiene al gestore e che viene posizionato generalmente al di fuori dell’abitazione e che è collegato da un cavo al quadro elettrico che si trova invece nella casa.

Dal quadro elettrico, che rappresenta il cuore dell’impianto, si propagano i cavi, e per essere a norma deve prevedere il 15% di spazio libero, così da poterlo ampliare successivamente.

Inoltre, deve anche essere presente un interruttore generale ben visibile, che in caso di necessità disattiva la corrente. Devono esserci obbligatoriamente anche 2 interruttori differenziali minimo.

A completare il quadro elettrico sono altri elementi come il sistema di messa a terra, i diversi punti prese, i punti luce, gli interruttori per gestire i punti luce e gli interruttori magnetotermici. In genere i circuiti presenti in un’abitazione sono 3:

  • Circuito delle prese
  • Circuito dei punti luce e degli interruttori
  • Circuito di chiamata, come per il citofono o il campanello

Al fine di garantire la massima sicurezza, la norma CEI prevede un numero minimo di punti presa separati e di punti luce a seconda della tipologia di locale, della superficie e del tipo di impianto elettrico da realizzare. Si tratta di una ulteriore soluzione per non ricorrere ad adattatori e prolunghe che mettono spesso a rischio e pericolo le persone.

Per essere in regola con le norme vigenti le prese devono essere installate a 30 cm dal pavimento, mentre in bagno e in cucina devono essere installate 110 cm da terra e sempre a 110 cm gli interruttori. Per la vasca idromassaggio o per la sauna e anche per alcuni elettrodomestici è obbligatorio che la presa sia munita di interruttore differenziale e magnetotermico adatto all’assorbimento del dispositivo che viene collegato.

Varie soluzioni per rifare l’impianto elettrico

Nel rifacimento dell’impianto elettrico bisogna tenere in considerazione che esistono due possibilità. La prima è quella dell’impianto elettrico esterno, che viene realizzato senza eseguire lavori di muratura ma solo posizionando delle canaline lungo le pareti. Si tratta di una scelta più economica anche se meno elegante dal punto di vista estetico, tuttavia è possibile tinteggiare le canaline per trasformarle in elementi decorativi e creare armonia negli ambienti.

L’altra soluzione che in genere viene adottata nel corso di una ristrutturazione prevede il rifacimento dell’impianto elettrico con i cavi che passano dentro i muri e sotto i pavimenti. Questa tipologia di esecuzione è più costosa perché prevede specifici interventi tecnici che sono:

  • Tracciatura e scanalatura di muri e pavimenti
  • Collocazione di cassette, scatole e tubi
  • Interventi di muratura correlati
  • Passaggio di cavi elettrici
  • Cablaggio delle cassette di derivazione
  • Verifica e collaudo finale

In alcuni casi si può modificare o integrare un impianto installando un maggior numero di prese o ampliando il quadro elettrico, evitando così di rifare l’intero impianto e di conseguenza ottenendo anche un risparmio.

Quanto costa rifare l’impianto elettrico

Dopo aver compreso quali sono le possibilità di realizzare un impianto elettrico e aver individuato la normativa da seguire per ottenere un lavoro a norma è possibile cercare di capire quale sarà il costo. Per cominciare, è doveroso sottolineare che non esiste una tariffa standard e che i prezzi a punto luce variano da zona a zona.

Ogni professionista, infatti, elabora dei preventivi in base ai propri costi e al mercato locale. Ad ogni modo, è comunque possibile avere un’idea sui costi complessivi da affrontare visto che il preventivo viene basato principalmente sul numero dei punti luce.

E’ dunque corretto affermare che il prezzo dell’impianto elettrico varia in base alla quantità di punti luce previsti in relazione alle dimensioni dell’abitazione. In media il costo di ogni singolo punto luce si aggira attorno ai 40 o 50 euro e comprende i materiali necessari, quindi scatole, cavi, tubi e altro e la posa dell’impianto.

Nel preventivo in genere con è però compresa l’apertura e la chiusura delle tracce, un altro aspetto da tenere in considerazione e da non sottovalutare. Infatti, di solito i lavori di muratura come l’apertura e chiusura delle tracce di un impianto elettrico non vengono inseriti, quindi bisogna tenerli in conto.

L’installatore quindi li inserirà a parte nel preventivo, aggiungendo quindi un costo di circa 15€ al metro lineare, oppure può alzare di una piccola percentuale il prezzo del punto luce e includerli nel costo finale. Un’altra soluzione può essere quella di rivolgervi ad un muratore per aprire e chiudere le tracce una volta finito il lavoro. Si tratta di un dettaglio da specificare per avere una visione dettagliata dei costi finali

Nel costo del punto luce non è compreso il quadro elettrico e neanche le lampade da inserire nei vari punti, ma nemmeno le prese del telefono, le prese tv e altre cose come i termostati per il raffreddamento e il riscaldamento.

Per fare un conteggio sommario dei costi bisogna sapere quanti punti luce vanno installati nell’abitazione dove dovete realizzare l’impianto elettrico. Ecco un quadro per fare chiarezza:

  • Appartamento di 40 mq – sono necessari all’incirca 35 punti luce
  • Appartamento di 70 mq – sono necessari all’incirca 60 punti luce
  • Appartamento di 100 mq – sono necessari all’incirca 80 punti luce

Tenendo conto di questi dati potete fare un calcolo approssimativo dei costi dell’impianto elettrico da realizzare, aggiungendo naturalmente i costi delle altre voci che sono esclusi dal prezzo di ogni punto luce.

Di conseguenza, se il vostro appartamento ha una planimetria di 100 metri quadri e il professionista stabilisce 40 euro come costo di punto luce singolo il prezzo complessivo è di 3200 euro, più i costi di altri accessori che vanno a completare l’impianto. Il costo finale si aggira attorno alle 3500/4000 euro.

Nulla toglie che alla fine il tecnico che avete scelto per realizzare il lavoro possa farvi uno sconto sul pacchetto e quindi farvi risparmiare anche qualche centinaio di euro.

Come risparmiare sul rifacimento dell’impianto elettrico

La Legge di Stabilità 2010 prevede delle agevolazioni fiscali particolari per chi desidera effettuare ristrutturazioni edilizie.

Il rifacimento dell’impianto elettrico rientra l’impianto elettrico rientra tra gli interventi di manutenzione straordinaria, quindi rientra per legge nelle ristrutturazioni edilizie e sono previste detrazioni fiscali dal reddito irpef del 50% delle spese sostenute. L’importo massimo per cui è possibile ottenere la detrazione è di 96.000,00 €.

L’imponibile irpef che verrà detratto sarà pari a cifre di uguale importo distribuite nell’arco di 10 anni. Per ottenere queste agevolazioni è necessario dimostrare le spese affrontate e aver effettuato i pagamenti con bonifici parlanti.

Un altro risparmio di cui si può usufruire nel rifacimento di un impianto elettrico è dato dall’IVA agevolata del 10%, da applicare sia per acquistare i materiali che al costo del professionista.

Conclusione

La soluzione migliore per ottenere risparmi significativi è comunque quella di richiedere più preventivi e confrontarli. Solo così si può avere un’idea chiara dei costi da sostenere e quindi dei risparmi certi a fronte di lavori eseguiti a regola d’arte ma al miglior prezzo.

Inoltre, è bene evitare di mettere le mani su un impianto per risparmiare, ma ricorrere invece ad un tecnico abilitato per verificare lo stato dell’impianto se è già esistente e deve essere rifatto al fine evitare qualsiasi pericolo.

Infine, affidarsi ad un professionista abilitato è senza dubbio l’unica soluzione per poter avere un impianto elettrico dotato di certificato di conformità che può essere rilasciato solo da un tecnico autorizzato. Tenete presente che vi sono delle sanzioni pecuniarie abbastanza salate per danni provocati da impianti elettrici non a norma.

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Come ristrutturare casa con la detrazione fiscale del 50%

Ristrutturare casa richiede non solo una programmazione puntuale di tutte le fasi dedicate ai lavori, ma anche di somme di denaro non indifferenti.

Per questo può essere davvero vantaggioso iniziare la ristrutturazione di casa in un periodo come questo nel quale è possibile usufruire di agevolazioni fiscali edilizie di diverso tipo.

In particolare, grazie all’ultima Legge di stabilità è stato possibile avere accesso alla detrazione fiscale per la ristrutturazione casa del 50% sull’Irpef.

Contenuti di questo articolo

  • Le caratteristiche della detrazione fiscale del 50%
  • A chi si rivolge la detrazione fiscale per la ristrutturazione di casa?
  • Quali sono i benefici delle agevolazioni fiscali in edilizia?
  • Come ottenere la detrazione fiscale per la ristrutturazione di casa?
  • Detrazione 50%: un esempio per ristrutturare 100 metri quadi
  • Come ricevere dei preventivi di ristrutturazione con le detrazioni

Le caratteristiche della detrazione fiscale del 50%

Come prima cosa sarà necessario vedere quali siano le caratteristiche generali della detrazione fiscale del 50% sull’Irpef.

Questa ha limiti a livello sia di spesa sia di tempo, ed in particolare:

  • La spesa massima che si potrà detrarre sarà di 96 mila euro
  • Si potrà recuperare la somma con una suddivisione in dieci rate annuali

Il bonus per le ristrutturazioni edilizie, quindi, è una vera e propria agevolazione fiscale che consente di portare in detrazione, in sede di dichiarazione dei redditi, le spese che siano state sostenute per la ristrutturazione della casa.

Questo tipo di agevolazione fiscale è stata resa originariamente permanente a partire dal gennaio del 2012 tramite il decreto legge 201 del 2011.

Però, nel corso di questi anni è stato possibile notare come si siano applicate delle modifiche rispetto alla originaria detrazione.

Se, infatti, l’agevolazione fiscale prevista era del 36% per le spese di ristrutturazione, fino a 48 mila euro, oggi questo tetto è stato esteso.

Si è, infatti, arrivati alla detrazione per le ristrutturazioni edilizie pari al 50% per un massimale di ben 96 mila euro.

A chi si rivolge la detrazione fiscale per la ristrutturazione di casa?

Oltre a quelle che sono le caratteristiche puramente “monetarie” che regolano l’ottenimento della detrazione fiscale, sarà anche necessario vedere chi possa ottenere effettivamente questo sgravio a livello di beneficiari.

A livello generale, possono usufruire della detrazione del 50% per la ristrutturazione di casa tute le persone fisiche che siano assoggettate al pagamento dell’Irpef, sia nel caso in cui siano residenti sul territorio italiano, sia nel caso in cui non vi risiedano più.

Inoltre, l’agevolazione fiscale per l’edilizia spetta ai proprietari e ai titolari di diritti reali o personali di godimento sull’immobile da ristrutturare. Ovviamente, dovranno anche aver sostenuto le spese per la ristrutturazione in modo da poter dimostrare il pagamento effettuato.

Quindi possono usufruire della detrazione:

  • Il proprietario o nudo proprietario nel caso di un usufrutto
  • Il comodatario, per un comodato d’uso, o l’inquilino, per un contratto di locazione
  • Chi ha l’usufrutto ed anche un familiare convivente

Un altro elemento è costituito dall’intestazione delle fatture e dei bonifici. Infatti, la fattura relativa ai lavori che saranno stati eseguiti dovrà essere intestata ad uno dei soggetti che abbia le caratteristiche appena citate, e lo stesso riguarda per il bonifico. In particolare, per poter dimostrare di aver effettuato il pagamento sarà necessario aver pagato con un metodo tracciabile (come, appunto, il bonifico).

Il metodo di pagamento dovrà essere “parlante” e questo ha due tipi di elementi.

Il primo riguarderà chi avrà effettuato il pagamento: dovranno essere indicati i suoi dati essenziali in modo da poter risalire al fatto che sia stato realmente lui ad effettuare l’esborso di denaro.

Il secondo riguarda il beneficiario del bonifico: bisognerà indicare in chiaro i dati della ditta che abbia effettuato i lavori, con la specifica non solo del nome, ma anche della partita Iva, o codice fiscale.

Infine, sarà essenziale specificare che il bonifico sia stato effettuato proprio per il pagamento legato ad un determinato tipo di ristrutturazione.

Quali sono i benefici delle agevolazioni fiscali in edilizia?

Sicuramente si possono già intuire alcuni di quelli che sono i benefici fondamentali legati alla possibilità di ottenere un’agevolazione fiscale in edilizia, ma ripeterli aiuterà anche a richiedere con maggiore volontà l’agevolazione stessa.

In particolare, il primo tipo di vantaggio sta proprio nella detrazione, che potrà essere pari al 50% del prezzo che sia stato pagato per la ristrutturazione, e potrà arrivare fino a 96 mila euro di spese.

Con una cifra del genere sarà spesso possibile rifare un intero appartamento, quindi moltissime famiglie potranno richiedere la detrazione pur non arrivando neppure alla metà del massimale.

Tuttavia, il tetto di spesa è stato previsto anche per chi decida di effettuare magari spese di ristrutturazione più ampie, o per chi abbia case indipendenti, che possono richiedere lavori ed interventi certamente più incisivi.

Il recupero delle somme spese non può avvenire tutto in una volta, e anche questo, nonostante possa non apparire così, sarà un vantaggio.

Infatti, la maggior parte dei soggetti che si occupi di pagare l’Irpef si troverà ogni anno a pagare al massimo alcune migliaia di euro.

Non suddividere il recupero negli anni farebbe andare sprecato il valore della detrazione mentre, in questo caso, sarà possibile usufruirne per un massimo di 10 anni.

Inoltre, bisogna specificare che con il nuovo Decreto Legge Rilancio del 2020 sarà possibile avere una percentuale ancora più ampia di detrazione.

Si tratta, infatti, della percentuale del 110% per le spese sostenute dal luglio del 2020 fino al dicembre del 2021. Questo può accadere nel caso in cui le attività di ristrutturazione vadano ad intervenire anche sulla classe energetica dell’immobile.

Ad esempio, si potrà ottenere la super detrazione nel caso in cui si riesca a rendere più efficiente il riscaldamento di casa, oppure si cambino gli infissi o si passi ad un impianto di raffreddamento che limiti gli sprechi.

Un altro intervento molto diffuso è quello del cappotto esterno: combinando questo con la ristrutturazione di casa sarà possibile ottenere una percentuale del 110%.

Infatti, sarà sempre necessario avere il così detto “intervento trainante” per poter ottenere la detrazione prevista.

Oltre al super bonus previsto per l’ecobonus sarà possibile usufruire di ulteriori detrazioni in vigore per chi si occupi di ristrutturare casa, come accade per il Bonus Mobili.

Questo consente di avere una detrazione fiscale al 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici che appartengano ad una classe energetica elevata. La detrazione, così come si può capire con riferimento all’argomento di questa guida, si potrà ottenere solamente se gli elettrodomestici saranno acquistati con un legame rispetto alla ristrutturazione.

Quindi, si può dire che è possibile ristrutturare casa, rifare l’impianto di condizionamento e cambiare anche gli elettrodomestici, come il frigorifero e il forno, arrivando ad ottenere vantaggiose detrazioni fiscali.

Come ottenere la detrazione fiscale per la ristrutturazione di casa?

Oggi ottenere la detrazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione di casa è diventato più semplice rispetto al passato.

In particolare, gli adempimenti richiesti in questi casi dovranno seguire le regole indicate di seguito:

  • Dal 14 maggio 2011 non sarà più necessario inviare la dichiarazione di inizio lavori al centro operativo dell’Agenzia delle Entrate
  • Dal 14 maggio 2011 non è più necessario indicare il costo della manodopera “in chiaro” all’interno della fattura che viene emessa dall’impresa che esegue i lavori
  • Si dovranno indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile per il quale si siano effettuati gli interventi di ristrutturazione
  • E’ necessario che i pagamenti siano effettuati trami bonifico bancario o postale per poter dimostrare di aver effettuato la ristrutturazione, e di aver effettivamente pagato i costi indicati

Detrazione 50%: un esempio di una ristrutturazione per 100 mq

A questo punto, per chiarire ancora meglio come poter ottenere la detrazione del 50% rispetto alle cifre che saranno state pagate si potrà fare un esempio pratico.

Si prenderà in considerazione un appartamento di 100 metri quadri, con un preventivo di spesa per i lavori pari a 100 mila euro.

Esempio di una Ristrutturazione Casa 100 mq con Detrazione 50% e massimale 96.000 euro:

  • Costo dei Lavori: 100.000 euro
  • Importo massimo Detraibile: 96.000 euro
  • Detrazione 50% su importo detraibile: 48.000 euro
  • Costo finale della ristrutturazione di casa: 52.000 euro
  • Risparmio finale del 48%

Ora sarà possibile vedere anche l’esempio relativo ad una casa di 100 metri quadri per la quale si possa arrivare al massimo alla detrazione pari al 36%.

Esempio di una Ristrutturazione Casa 100 mq con Detrazione 36% e massimale 48.000 euro:

  • Costo dei Lavori: 100.000 euro
  • Importo massimo Detraibile: 48.000 euro
  • Detrazione 36% su importo detraibile: 17.280 euro
  • Costo finale della ristrutturazione di casa: 82.720 euro
  • Risparmio finale del 17%

Come si può notare, con la detrazione del 50%, rispetto a quella del 36%, si ha una grande differenza a livello di costi, infatti, con la detrazione precedente si andrebbero a perdere quasi 30 mila euro di detrazione che, invece, saranno recuperabili con le attuali regole.

Come ricevere dei preventivi di ristrutturazione con le detrazioni

Per capire al meglio come muoversi sarà necessario, a questo punto, rivolgersi a degli esperti.

Sarà fondamentale richiedere un preventivo per la ristrutturazione della propria casa, e non solo. Un’impresa di costruzioni seria sarà non solo in grado di fornire il semplice preventivo, ma anche l’indicazione relativa ai passaggi per arrivare ad ottenere la detrazione.

Ecco perché, fin dall’inizio, si dovrà fare presente questa esigenza, e sarà anche necessario richiedere più di un preventivo per poterli confrontare.

 

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