Realizzazione Impianto idraulico

Realizzare l’impianto idraulico a Roma è facile con TECNOEDIL

TECNOEDIL è specializzata nella realizzazione e assistenza per impianti idraulici a Roma e Provincia e rilascia il certificato e la dichiarazione di conformità per tutti lavori eseguiti.

I nostri tecnici qualificati, dopo un sopralluogo iniziale e la rilevazione delle misure necessarie, rimarranno a disposizione del cliente, per fornire la consulenza necessaria, prima di procedere alla progettazione dell’impianto, alla sua installazione ed ai servizi di manutenzione programmata e straordinaria.

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Rifare impianto idraulico, quanto costa?

 

Uno degli interventi di ristrutturazione più delicati da eseguire è l’impianto idraulico, che deve obbligatoriamente essere realizzato da un professionista. Rifare impianto idraulico, infatti, richiede specifiche competenze e quindi serve per forza un esperto per installarlo a regola d’arte.

Ma qual è la funzione di questo impianto? Lo scopo di un impianto idraulico è quello di distribuire acqua calda e fredda ad uso sanitario, dal punto di presa principale fino a tutti i punti di erogazione che si trovano nella casa. Questo vuol dire che grazie ad esso possiamo far funzionare elettrodomestici come la lavatrice, la lavastoviglie, la doccia, i lavandini di bagno e cucina, lo sciacquone e tutto quello che in una casa prevede l’utilizzo dell’acqua.

Ma c’è di più, perché oltre a fornire l’erogazione dell’acqua nei vari punti della casa, l’impianto deve essere organizzato in modo tale che effettui anche lo smaltimento dell’acqua, e questo deve avvenire nel modo corretto. Collegare tutte le componenti di un impianto idrico non è cosa da poco e per questo è assolutamente necessario che venga installato da un esperto, specializzato nella realizzazione di impianti a norma.

Cosa vuol dire? Un impianto a norma è quel tipo di impianto che rispetta le normative vigenti e possiede le componenti previste dalla legge per garantire lo svolgimento delle attività quotidiane senza sorprese e avere una casa sempre efficiente. La sicurezza è indispensabile per evitare che nel tempo le tubature interne nel tempo possano generare rumori, problemi di infiltrazione o riduzione di pressione della caldaia.

Ma come è composto un impianto idraulico e quali sono i costi? Come orientarsi nella scelta del professionista e quale iter burocratico bisogna seguire per realizzarlo in regola? Ecco una guida per scoprire quanto costa l’impianto idraulico e come risparmiare grazie alle detrazioni dal governo.

Come è composto un impianto idraulico domestico

Sapere come è composto un impianto idrico è importante per capirne meglio il funzionamento. Ecco quali sono le componenti essenziali per rifare impianto idraulico:

–Un depuratore – questo strumento ha il compito di eliminare i sali incrostanti, soprattutto nelle zone in cui l’acqua necessita di essere depurata prima di ritornare nel circuito domestico. Per il trattamento delle acque sono previsti filtri, addolcitori, dosatori di sali.

–Il contatore – si tratta del primo elemento attraverso il quale l’acqua proveniente dalla rete pubblica fluisce. Tramite il contatore, installato dal gestore della fornitura, l’impianto idrico domestico viene allacciato alla rete pubblica dell’acquedotto.

–Il rubinetto generale – tramite questo rubinetto è possibile regolare il flusso dell’acqua nell’impianto e interromperlo se necessario. Di solito il rubinetto generale si trova all’esterno, nei pressi della fornitura dell’immobile.

–Rete di adduzione e distribuzione – Il sistema di distribuzione dell’impianto idraulico è composto da: colonne montanti verticali, tubazioni orizzontali di distribuzione, condutture per distribuire l’acqua ai piani e agli apparecchi, valvole d’intercettazione che hanno di interrompere l’afflusso di acqua quando è necessario. L’acqua viene canalizzata dalle tubazioni situate alla base dell’immobile terra tramite le tubazioni verticali per arrivare ai piani e alle varie stanze. Questo è possibile grazie alle tubazioni orizzontali degli interni, che portano l’acqua verso sanitari e verso i terminali del sistema di distribuzione.

–Tubature – l’ampia gamma di tubature permette di realizzare l’impianto idrico secondo le proprie esigenze e anche in base al budget. Si spazia dal rame all’acciaio zincato al multistrato, ma sono disponibili sul mercato anche materiali plastici idonei per realizzare impianti perfetti e sicuri.

Fanno parte dell’impianto idraulico anche apparecchi indispensabili come la caldaia, lo scaldabagno, sanitari, rubinetteria per l’erogazione dell’acqua, accessori allacciati agli scarichi, la rete di scarico composta da ulteriori elementi per effettuare lo smaltimento corretto delle acque nere.

Come funzionano i sistemi di smaltimento delle acque di scarico

Dopo che l’acqua viene utilizzata per scopi domestici, si vengono a produrre acque reflue o di scarico, che vengono classificate in varie categorie. Ecco nello specifico cosa sono e da dove provengono:

  • Le acque nere sono acque contenenti rifiuti provenienti dallo scarico di sostanze organiche derivanti da wc e altri apparecchi igienico-sanitari
  • Le acque bianche saponose sono quelle contenenti detersivi e sapone e provengono dal bidet, dal lavabo, dalla vasca, dalla doccia, dalla lavastoviglie, ecc.
  • Le acque grasse sono quelle che provengono dalle cucine

Queste acque, quindi, una volta che sono state usate, devono essere eliminate. La rete di scarico realizzata nel rifare impianto idraulico serve proprio a questo scopo. A comporre la rete sono alcuni elementi fondamentali come:

–Il sifone – usato in bagno e in cucina, è un elemento dalla caratteristica forma ad U progettato per bloccare i cattivi odori provenienti dagli scarichi.

–Il tubo di diramazione – questo tubo collega il sifone alla colonna di scarico.

–La colonna di scarico – è composta da tubature verticali che raccolgono liquami dalle diramazioni dei tubi e li confluiscono nei collettori.

–I collettori – hanno la funzione di raccogliere le acque di scarico delle colonne e di confluirle nei sistemi di smaltimento

Per finire, nella rete di scarico è essenziale comprendere il pozzetto d’ispezione, necessario per controllare le tubazioni e intervenire nel caso dovessero ostruirsi. Una volta che le acque attraversano la rete, per essere smaltite vi sono più soluzioni:

Smaltimento in fogna – due sono i tipi di reti fognaria pubblica, quella di tipo statico, con scarico di acque del wc in una fossa settica, o dinamico, che confluisce gli scarichi in un depuratore.

Smaltimento con vasche a svuotamento periodico – si tratta dei pozzi neri, ovvero delle vasche, solitamente in cemento armato, che periodicamente vanno svuotate.

Smaltimento per dispersione – la depurazione delle acque avviene nelle fosse settiche per poi venire disperse nel sottosuolo.

Tipologie di impianto idraulico

Vi sono due modalità per rifare impianto idraulico, che sono denominate di derivazione e con collettore. Scopriamo di seguito in cosa consistono e quali vantaggi e svantaggi presentano entrambi.

  • Impianto idraulico di derivazione

Questo tipo di impianto prevede di installare la tubazioni collegando ciascun sanitario alla rete di distribuzione idrica. La derivazione viene effettuata mediante l’uso di raccordi a “T”, che permettono di avere un ingresso e due uscite. In questo modo, l’acqua proveniente dalla tubazione principale viene divisa in due canali oppure in diversi canali.

Questo impianto ha come vantaggio quello di risultare poco ingombrante, facile da aprire e chiudere, ma il fatto di non poter chiudere una sola utenza quando serve tutto l’impianto viene bloccato. Non solo, in casi di rotture e riparazioni è necessario demolire il pavimento.

  • Impianto con collettore

Questo tipo di impianto prevede il collegamento di ogni punto di erogazione ad un singolo tubo flessibile. Il collettore idraulico viene installato a parete e fa da distributore centrale, visto che tutte le tubazioni partono da esso.

Ciascun tubo dell’acqua fredda e dell’acqua calda forniscono una singola utenza, quindi i tubi andranno andranno direttamente dal collettore all’utenza. Il sistema non prevede giunzioni sotto traccia, il che rende gli interventi di manutenzione molto più facili e rapidi, sia di quella ordinaria che straordinaria.

Il vantaggio dato dal collettore è quello di poter trattare ciascuna utenza sezionare quando è necessario, quindi ogni utenza potrà essere chiusa senza bisogno di bloccare l’impianto.

Rispetto all’impianto di derivazione, lo svantaggio fondamentale dell’impianto con collettore è quello di essere molto più costoso, ma anche più ingombrante.

Gli idraulici esperti, che istallano continuamente impianti idrici, sono concordi nell’affermare che quello con collettore, anche se più ingombrante e costoso, è preferibile a quello di derivazione, proprio perché consente di effettuare interventi nelle parti singole senza compromettere il resto dell’impianto.

Quali materiali usare per le tubazioni

 

Numerosi sono i materiali fra cui scegliere per realizzare le tubazioni delle reti di distribuzione dell’impianto idrico. Oltre ai materiali da sempre usati come il rame e l’acciaio zincato, ve ne sono altri di nuova generazione particolarmente resistenti, che assicurano tenuta perfetta e lunga durata nel tempo. Ecco una panoramica dei materiali più usati:

  • Il Rame 

Materiale eccellente per la realizzazione delle tubazioni degli impianti idraulici,  il rame non altera la salubrità dell’acqua potabile e ha anche proprietà antibatteriche, quindi impedisce la proliferazione di funghi, batteri e virus. E’ tuttavia molto costoso.

  • L’acciaio zincato

Anche se è un materiale molto resistente, viene tuttavia usato poco in quanto necessita di numerosi raccordi e poiché si può corrodere vi è il rischio che rilasci sostanze contaminanti nell’acqua. Altro svantaggio è il fatto che vi si accumula facilmente calcare e quindi la sezione si può a poco a poco ridurre.

  • Il Multistrato

il multistrato è materiale flessibile e molto resistente e adatto per tutti gli impianti idrotermosanitari. Si compone di un tubo in plastica alimentare ricoperto con un rivestimento in alluminio e poi ancora un altro in plastica. Con questo materiale si fanno molte meno giunzioni e quindi la tenuta è assicurata.

  • Il polietilene PE o il polipropilene PP

E’ un materiale plastico molto resistente alla corrosione, dura a lungo, garantisce massima sicurezza nelle giunture e nei raccordi ed è particolarmente igienico. Costa anche meno di altri materiali e quindi permette di risparmiare.

A prescindere da quale materiale scegli per realizzare le tubature dell’impianto idraulico, poi vengono rivestite con materiali isolanti con uno spessore compreso fra 5 e 12 mm per tutelare da danni come corrosione, condensazione esterna o per dispersione di calore per acqua calda. I rivestimenti contribuiscono anche ad attutire vibrazioni e rumori provocate dall’acqua che passa ad alta pressione.

 Costi per il rifacimento di un impianto idraulico

I costi per rifare impianto idrico variano principalmente in base a materiali utilizzati e alla quantità di punti acqua che servono per assecondare le varie esigenze nella casa. Ecco quali aspetti tenere in considerazione per fare il calcolo dei punti acqua necessari:

  • Quanti bagni e lavandini, vasca, doccia,  bidet, wc e scarichi sono presenti in casa
  • Nella cucina sono da considerare lavandino e allacci, ma anche scarichi per lavatrice ed eventuale lavastoviglie
  • La presa per la caldaia dell’acqua calda
  • Altre prese di acqua installare su balconi e terrazzi

Ovviamente, se si tratta di una casa più grande, ci saranno più bagni e più esigenze di installare punti acqua,  mentre in una più piccola il numero sarà inferiore. Tuttavia, il costo dell’impianto idrico si basa sempre sui punti acqua e non sui metri della casa. Ad ogni modo, possiamo avere un’idea di quanti punti acqua possono essere presenti in entrambe e fare un calcolo approssimativo dei costi complessivi. Ecco alcuni esempi a cui fare riferimento:

—Casa di 80 mq – 110 mq –  considerato che possono esserci due bagni per 8 punti acqua, una cucina con lavello, presa per lavatrice e lavastoviglie con 3 punti acqua, un balcone con una presa d’acqua, in totale sono 12 punti acqua.

—Casa di 50 mq – 70 mq – considerato che possono esserci un bagno con doccia per 4 punti acqua, una cucina con lavello ed una presa per lavatrice con 2 punti acqua, in totale sono 6 punti acqua.

Ipotizzando un costo di 150 – 200 euro per punto acqua, si spenderanno in media dai 1.800 euro ai 2.400 euro per una casa di 80 mq – 110 mq, mentre si spenderanno dai 900 ai 1200 euro per una casa di 50 mq – 70 mq. I costi indicati sono approssimatici e non comprendono le opere murarie.

Cosa prevede la normativa per gli impianti idraulici

Per rifare impianto idraulico a norma è necessario realizzarlo rispettando tutti i requisiti richiesti dalla normativa UNI 9182. La norma stabilisce criteri tecnici e parametri che vanno rispettati per la progettazione dell’impianto idrico.

Inoltre, dà anche altre indicazioni per installare e collaudare l’impianto idrico, su quando utilizzare l’acqua non potabile e quando invece non usarla. Questa norma va applicata sia sulla realizzazione di impianti idrici nuovi che per quelli esistenti da adattare secondo la legge vigente. Ecco alcuni criteri stabiliti dalla normativa:

–E’ fondamentale prevedere nelle distribuzioni una rete che permetta all’acqua di restare in movimento costante e di evitare che possano verificarsi rischio igienico e perdita di calore, conseguenze della stagnazione. Il ricircolo deve permettere di erogare l’acqua alla temperatura impostata nel giro di 30 secondi.

–Le colonne di ricircolo vanno collegate all’estremità delle colonne. Se si tratta di impianti con più colonne, alla base devono esserci delle valvole di bilanciamento.

–Alla base le colonne montanti devono essere dotate di intercettazioni con tenuta non metallica e all’estremità di ammortizzatori di colpo d’ariete.

–All’interno di cabine elettriche e sopra i quadri elettrici non si possono posare tubazioni, così come in locali con sostanze inquinanti e all’interno di immondezzai.

–Posare i tubi interrati ad almeno 1 m di distanza rispetto a qualunque tubazione di scarico e ad una quota superiore. Se sono in metallo bisogna proteggerle dalle aggressioni del terreno.

–Bisogna evitare la posa incassata, ma se questo non è possibile proteggere i tubi con guaine isolanti.

–Gli attraversamenti devono essere realizzati solo con controtubi sporgenti da 25 a 50 mm rispetto alle strutture e i tubi devono essere tutti coibentati.

–Gli strumenti sanitari necessitano di minimi spazi per essere installati.

Queste sono solamente una parte dei criteri stabiliti dalla normativa, e per realizzare l’impianto a norma vanno rispettati.

Dichiarazione di conformità per impianto idrico

Un impianto idraulico è a norma quando possiede i requisiti previsti dalla legge, che quindi sia realizzato  “a regola d’arte”. A confermarlo è il certificato di conformità, che come prevede il Decreto ministeriale 37/2008, è obbligatorio. In cosa consiste questo documento e chi lo rilascia?

Il certificato di conformità è un documento che viene rilasciato dal tecnico abilitato al cliente alla fine dei lavori per attestare che l’impianto idrico è a norma. Il documento deve essere elaborato e redatto secondo il modello in allegato al DM 37/2008 (Allegato I) e comprende:

  • La progettazione dell’impianto idrico
  • Lo schema dell’impianto idraulico
  • La dichiarazione che è stato realizzato a regola d’arte
  • L’elenco dei materiali con cui è stato realizzato
  • La copia della visura della camera di commercio del tecnico che ha installato l’impianto

Nella documentazione richiesta dal DM 37/08 per ottenere la dichiarazione di conformità dell’impianto idraulico, come puoi vedere, c’è anche la visura della camera di commercio dell’installatore. Questo vuol dire che la DICO deve essere obbligatoriamente rilasciata da un tecnico abilitato, iscritto regolarmente alla Camera di Commercio, o che comunque lavori per un’impresa che sia in possesso dell’abilitazione.

Si tratta di un requisito indispensabile per poter firmare la dichiarazione di conformità dell’impianto idraulico, altrimenti si va incontro a sanzioni previste dalla legge, sia per il committente che ha affidato l’incarico che per l’impresa o il professionista che non sono in possesso dell’abilitazione.

Dunque, prima di affidare i lavori per rifare impianto idraulico, verifica che l’impresa sia in possesso dell’abilitazione, così da poter rilasciare la dichiarazione di conformità, obbligatoria per ogni nuovo impianto e anche per le modifiche parziali di uno già esistente.

Inoltre, grazie alla certificazione è possibile usufruire delle detrazioni previste dallo stato per risparmiare sui costi dell’impianto idraulico, corrispondenti ad uno sconto del 50% sulle imposte IRPEF da versare. La detrazione viene distribuita in dieci anni sulla dichiarazione dei redditi con rate di uguale importo.

Permesso necessario per rifare l’impianto idrico

Il rifacimento totale di un impianto idraulico comporta la richiesta di un permesso che bisogna richiedere al comune dove è ubicato l’immobile. Si tratta di un iter obbligatorio da seguire, perché rifare impianto idraulico vuol dire stravolgere completamente quello originario, spostamento dei punti acqua da un punto all’altro della casa e aggiunta di nuovi.

In occasione del nuovo impianto si può prevedere anche una nuova cucina o ampliamento di una già esistente e quindi modifica dei punti acqua. Insomma, è chiaro che l’assetto originale viene stravolto e per questo è necessario chiedere il permesso al comune, permesso facile da ottenere e che non prevede pareri dell’ente al diritto di procedere.

Nel dettaglio, il permesso da richiedere al comune è la CILA, ovvero Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata. A questa comunicazione bisogna allegare anche un parere tecnico redatto da un geometra o da un architetto e un progetto corredato di relazione.

Non è previsto sopralluogo o verifica dei lavori da parte dell’ente e a fare fede è la dichiarazione del tecnico abilitato. Il costo di questo documento varia in base al comune, ma in genere oscilla fra i 100 e i 300 euro, che vengono richiesti più che altro per pagare oneri e diritti di segreteria.

Il costo vero e proprio della richiesta del permesso riguarda la parcella del tecnico, il cui intervento non è precludibile visto che deve presentare il progetto dell’impianto e la relazione. La parcella di un tecnico si aggira intorno ai 500 euro, per cui, se si aggiungono ai costi della CILA, il totale è all’incirca fra 600 e 800 euro.

Non sottovalutare la necessità di questo documento, perché quando si tratta di rifacimenti totali è obbligatorio, e se non è stato richiesto si può incorrere in sanzioni pesanti, che è meglio evitare.

Come scegliere l’impresa a cui affidare i lavori

Scegliere un professionista per rifare impianto idraulico è fondamentale per avere la certezza di ottenere un lavoro a regola d’arte, realizzato a norma e secondo i requisiti previsti dalla legge, compresa la certificazione di conformità. Come fare per trovare un idraulico di fiducia, o che comunque sia specializzato nella realizzazione di un intero impianto idrico, e che sia anche abilitato?

In realtà non è difficile, infatti basta dare un’occhiata alle referenze per capire se il professionista può fare al caso nostro. E’ bene sottolineare che per svolgere i lavori per realizzare un impianto idrico occorre un team di professionisti, quindi è preferibile affidarsi ad un’impresa edile che al suo interno abbia tutte le personalità necessarie a completare gli interventi.

I tecnici lavorano in sinergia e prima di posare piastrelle e pavimento l’idraulico deve effettuare il collaudo a pressione del nuovo impianto idraulico, in moda da verificare se vi sono perdite. Se non hai fra le conoscenze un’impresa che ritieni affidabile fai una ricerca sul web e visiona i lavori fatti e le recensioni di più ditte.

Prendine due o tre che reputi le migliori e contattale per avere un preventivo, che potrai ottenere presentando lo schema redatto dal tecnico. Una volta confrontati i preventivi, e aver visionato con cura prezzi di ogni voce e qualità dei materiali, potrai fare la tua scelta, ma bada bene ad optare per l’impresa che a tuo avviso è realmente specializzata e non solo a quella che costa meno.

Se vuoi risparmiare, oltre alla detrazione IRPEF al 50% prevista per interventi di ristrutturazione edilizia, puoi usufruire anche dell’IVA agevolata al 10%. Ricorda però che per ottenere le detrazioni fiscali per il rifacimento dell’impianto idraulico i pagamenti all’impresa a cui decidi di affidare i lavori devono essere effettuati tramite bonifico bancario.

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