Costo Impianto Elettrico: quanto costa Rifare l’Impianto Elettrico

Se il vostro impianto elettrico è obsoleto e avete deciso rimodernarlo è bene sapere qualcosa di più sull’argomento, in maniera tale da avere le idee più chiare sui costi. La ristrutturazione di un impianto elettrico è una delle spese più importanti da sostenere in una casa, ma fondamentale per assicurare il funzionamento corretto di ogni componente che andrete ad utilizzare, e che deve essere a norma.

Sapere cosa contiene un preventivo e poterlo confrontare per scegliere il prezzo più basso aiuta a contenere la spesa, l’importante è che sia eseguito da professionisti del settore. Proprio così, evitate di cimentarvi nel fai da te, primo perché correreste dei rischi e poi perché non avrete l’opportunità di fornire una adeguata certificazione.

Oggi le cose sono cambiate e occorre seguire le leggi per avere un impianto a norma, efficiente e certificato. Scopriamo di seguito quanto costa rifare l’impianto elettrico e avere una maggiore conoscenza sui prezzi praticati per non farsi prendere in giro.

Cosa dice la normativa

La normativa di riferimento in vigore è quella relativa al DM 22/01/2008 n. 37 e alla norma Cei 64-8, che costituiscono una evoluzione fondamentale di quello che è il concetto di un impianto elettrico. Infatti, oltre che essere sicuro, l’impianto deve anche garantire standard minimi di prestazioni riguardanti funzioni, utilizzo e fruizione. Lo standard di qualità è proprio quello stabilito dalla norma che prevede l’installazione di una serie di dispositivi obbligatori che garantiscono la sicurezza dell’impianto. La normativa prevede che l’impianto elettrico deve essere a regola d’arte e che può essere realizzato in 3 livelli:

  • Livello 1 – è quello base, che viene realizzato nella maggior parte delle abitazioni e in grado di garantire le prestazioni minime necessarie
  • Livello 2 – contiene un numero superiore di circuiti e prese
  • Livello 3 – è quello che prevede le funzioni di domotica per controllare la casa da remoto

La suddivisione in livelli non ha relazione alcuna con la classificazione, quindi con la prestazione energetica dell’immobile o classe catastale, ma si riferisce unitamente alle prestazioni dell’impianto in termini di uso e vantaggi offerti. In questo modo l’installatore può offrire al cliente una soluzione creata su misura di cui può certificarne il livello di qualità in relazione a funzioni e prestazioni. Il cliente invece può scegliere quali dotazioni installare, partendo da quelle obbligatorie, valorizzando la propria abitazione.

Nel caso si tratta della nuova realizzazione di un impianto elettrico la cosa principale da fare è la progettazione. Il progetto deve essere redatto da professionisti qualificati che tramite una valutazione della struttura e della planimetria della casa sono in grado di creare un impianto rispondente alle esigenze della famiglia.

Ogni cosa nel progetto deve essere stabilita per migliorare le prestazioni degli oggetti da utilizzare, quindi ogni punto luce deve essere posizionato per assicurare una fruizione ottimale della corrente, degli elettrodomestici e di tutto ciò che deve essere utilizzato con l’energia elettrica. Ecco cosa deve contenere il progetto:

  • Schema elettrico – si tratta di un elaborato grafico che tramite degli appositi simboli illustra componenti elettriche dell’impianto e i percorsi dei collegamenti
  • Computo metrico – si tratta di un documento con il quale l’esperto incaricato fa una stima dei costi dei lavori da eseguire per l’impianto elettrico, specificando voce per voce tipologia e prezzi di materiali, dispositivi e manodopera
  • Dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico – la DICO è un documento che certifica la posa dell’impianto a norma e a regola d’arte. Il documento deve essere consegnato dal professionista al proprietario alla fine dei lavori ed è obbligatorio per legge.

La DICO deve essere corredata da alcuni allegati altrimenti non è valida, quindi è indispensabile informarsi sulle disposizioni previste nelle varie regioni italiane.

Proprio perché il documento di certificazione è obbligatorio è fondamentale affidare i lavori di rifacimento dell’impianto elettrico a professionisti dotati di abilitazione, ovvero iscritti all’albo di competenza che li autorizza a rilasciare il certificato.

Come è composto un impianto elettrico

Se volete ristrutturare l’impianto elettrico è indispensabile sapere quali sono le parti che lo compongono, che per legge devono essere realizzate a regola d’arte, come detto appunto nella normativa CEI 64-8. La realizzazione di impianti elettrici di livello 2 e 3 non è obbligatoria, mentre quello di livello 1, che è quello base, prevede il numero minimo di punti luce ritenuto indispensabile per avere le funzioni essenziali in una casa.

La potenza della fornitura va da un minimo di 3kW fino ad un massimo di 6kW o anche più, e ovviamente la scelta varia a seconda della superficie dell’abitazione e delle prestazioni richieste dal committente all’impianto elettrico.

Per avere un’idea chiara in merito, è importante sottolineare che sono sufficienti 3Kw fino a 75 mq, mentre per abitazioni più grandi ed esigenze maggiori di energia si può arrivare anche a 6kW. L’impianto elettrico prevede un contatore, che appartiene al gestore e che viene posizionato generalmente al di fuori dell’abitazione e che è collegato da un cavo al quadro elettrico che si trova invece nella casa.

Dal quadro elettrico, che rappresenta il cuore dell’impianto, si propagano i cavi, e per essere a norma deve prevedere il 15% di spazio libero, così da poterlo ampliare successivamente.

Inoltre, deve anche essere presente un interruttore generale ben visibile, che in caso di necessità disattiva la corrente. Devono esserci obbligatoriamente anche 2 interruttori differenziali minimo.

A completare il quadro elettrico sono altri elementi come il sistema di messa a terra, i diversi punti prese, i punti luce, gli interruttori per gestire i punti luce e gli interruttori magnetotermici. In genere i circuiti presenti in un’abitazione sono 3:

  • Circuito delle prese
  • Circuito dei punti luce e degli interruttori
  • Circuito di chiamata, come per il citofono o il campanello

Al fine di garantire la massima sicurezza, la norma CEI prevede un numero minimo di punti presa separati e di punti luce a seconda della tipologia di locale, della superficie e del tipo di impianto elettrico da realizzare. Si tratta di una ulteriore soluzione per non ricorrere ad adattatori e prolunghe che mettono spesso a rischio e pericolo le persone.

Per essere in regola con le norme vigenti le prese devono essere installate a 30 cm dal pavimento, mentre in bagno e in cucina devono essere installate 110 cm da terra e sempre a 110 cm gli interruttori. Per la vasca idromassaggio o per la sauna e anche per alcuni elettrodomestici è obbligatorio che la presa sia munita di interruttore differenziale e magnetotermico adatto all’assorbimento del dispositivo che viene collegato.

Varie soluzioni per rifare l’impianto elettrico

Nel rifacimento dell’impianto elettrico bisogna tenere in considerazione che esistono due possibilità. La prima è quella dell’impianto elettrico esterno, che viene realizzato senza eseguire lavori di muratura ma solo posizionando delle canaline lungo le pareti. Si tratta di una scelta più economica anche se meno elegante dal punto di vista estetico, tuttavia è possibile tinteggiare le canaline per trasformarle in elementi decorativi e creare armonia negli ambienti.

L’altra soluzione che in genere viene adottata nel corso di una ristrutturazione prevede il rifacimento dell’impianto elettrico con i cavi che passano dentro i muri e sotto i pavimenti. Questa tipologia di esecuzione è più costosa perché prevede specifici interventi tecnici che sono:

  • Tracciatura e scanalatura di muri e pavimenti
  • Collocazione di cassette, scatole e tubi
  • Interventi di muratura correlati
  • Passaggio di cavi elettrici
  • Cablaggio delle cassette di derivazione
  • Verifica e collaudo finale

In alcuni casi si può modificare o integrare un impianto installando un maggior numero di prese o ampliando il quadro elettrico, evitando così di rifare l’intero impianto e di conseguenza ottenendo anche un risparmio.

Quanto costa rifare l’impianto elettrico

Dopo aver compreso quali sono le possibilità di realizzare un impianto elettrico e aver individuato la normativa da seguire per ottenere un lavoro a norma è possibile cercare di capire quale sarà il costo. Per cominciare, è doveroso sottolineare che non esiste una tariffa standard e che i prezzi a punto luce variano da zona a zona.

Ogni professionista, infatti, elabora dei preventivi in base ai propri costi e al mercato locale. Ad ogni modo, è comunque possibile avere un’idea sui costi complessivi da affrontare visto che il preventivo viene basato principalmente sul numero dei punti luce.

E’ dunque corretto affermare che il prezzo dell’impianto elettrico varia in base alla quantità di punti luce previsti in relazione alle dimensioni dell’abitazione. In media il costo di ogni singolo punto luce si aggira attorno ai 40 o 50 euro e comprende i materiali necessari, quindi scatole, cavi, tubi e altro e la posa dell’impianto.

Nel preventivo in genere con è però compresa l’apertura e la chiusura delle tracce, un altro aspetto da tenere in considerazione e da non sottovalutare. Infatti, di solito i lavori di muratura come l’apertura e chiusura delle tracce di un impianto elettrico non vengono inseriti, quindi bisogna tenerli in conto.

L’installatore quindi li inserirà a parte nel preventivo, aggiungendo quindi un costo di circa 15€ al metro lineare, oppure può alzare di una piccola percentuale il prezzo del punto luce e includerli nel costo finale. Un’altra soluzione può essere quella di rivolgervi ad un muratore per aprire e chiudere le tracce una volta finito il lavoro. Si tratta di un dettaglio da specificare per avere una visione dettagliata dei costi finali

Nel costo del punto luce non è compreso il quadro elettrico e neanche le lampade da inserire nei vari punti, ma nemmeno le prese del telefono, le prese tv e altre cose come i termostati per il raffreddamento e il riscaldamento.

Per fare un conteggio sommario dei costi bisogna sapere quanti punti luce vanno installati nell’abitazione dove dovete realizzare l’impianto elettrico. Ecco un quadro per fare chiarezza:

  • Appartamento di 40 mq – sono necessari all’incirca 35 punti luce
  • Appartamento di 70 mq – sono necessari all’incirca 60 punti luce
  • Appartamento di 100 mq – sono necessari all’incirca 80 punti luce

Tenendo conto di questi dati potete fare un calcolo approssimativo dei costi dell’impianto elettrico da realizzare, aggiungendo naturalmente i costi delle altre voci che sono esclusi dal prezzo di ogni punto luce.

Di conseguenza, se il vostro appartamento ha una planimetria di 100 metri quadri e il professionista stabilisce 40 euro come costo di punto luce singolo il prezzo complessivo è di 3200 euro, più i costi di altri accessori che vanno a completare l’impianto. Il costo finale si aggira attorno alle 3500/4000 euro.

Nulla toglie che alla fine il tecnico che avete scelto per realizzare il lavoro possa farvi uno sconto sul pacchetto e quindi farvi risparmiare anche qualche centinaio di euro.

Come risparmiare sul rifacimento dell’impianto elettrico

La Legge di Stabilità 2010 prevede delle agevolazioni fiscali particolari per chi desidera effettuare ristrutturazioni edilizie.

Il rifacimento dell’impianto elettrico rientra l’impianto elettrico rientra tra gli interventi di manutenzione straordinaria, quindi rientra per legge nelle ristrutturazioni edilizie e sono previste detrazioni fiscali dal reddito irpef del 50% delle spese sostenute. L’importo massimo per cui è possibile ottenere la detrazione è di 96.000,00 €.

L’imponibile irpef che verrà detratto sarà pari a cifre di uguale importo distribuite nell’arco di 10 anni. Per ottenere queste agevolazioni è necessario dimostrare le spese affrontate e aver effettuato i pagamenti con bonifici parlanti.

Un altro risparmio di cui si può usufruire nel rifacimento di un impianto elettrico è dato dall’IVA agevolata del 10%, da applicare sia per acquistare i materiali che al costo del professionista.

Conclusione

La soluzione migliore per ottenere risparmi significativi è comunque quella di richiedere più preventivi e confrontarli. Solo così si può avere un’idea chiara dei costi da sostenere e quindi dei risparmi certi a fronte di lavori eseguiti a regola d’arte ma al miglior prezzo.

Inoltre, è bene evitare di mettere le mani su un impianto per risparmiare, ma ricorrere invece ad un tecnico abilitato per verificare lo stato dell’impianto se è già esistente e deve essere rifatto al fine evitare qualsiasi pericolo.

Infine, affidarsi ad un professionista abilitato è senza dubbio l’unica soluzione per poter avere un impianto elettrico dotato di certificato di conformità che può essere rilasciato solo da un tecnico autorizzato. Tenete presente che vi sono delle sanzioni pecuniarie abbastanza salate per danni provocati da impianti elettrici non a norma.

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